Agnese, sedici anni, viene sedotta dal fidanzato della sorella Matilde. Il babbo pretende le nozze riparatrici, ma il seduttore nicchia. Costretto con le maniere forti, quando l'uomo accetta è Agnese a rifiutare. Il gentore non demorde e la giovane minaccia di rinchiudersi in convento.
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"L’uomo ha il diritto di chiedere, la donna il dovere di rifiutare".
Un film feroce e acuto sul concetto distorto di onore e di rispettabilità nella Sicilia anni 60 (e forse ancora attuale), dove il maschio coinvolto in un rapporto extraconiguale è un seduttore, e la donna, svilita d’importanza al ruolo di silenzioso soprammobile, nient’altro che una vergognosa *******. La critica sociale di Germi è spietata e centra l’obiettivo, dando qualche volta l’impressione di calcare esageratamente la mano.
Una storia da guardare tutta d’un fiato che non prevede pause nel suo frenetico sviluppo, che si poggia sulle solide spalle di un cast eccellente: tutti bene nella parte, dal simpatico caratterista Leopolodo Trieste alla finta svampita Stefania Sandrelli, ma un gradino sopra tutti è l’eccezionale protagonista, che prima d’ora avevo visto sempre in ruoli secondari.
Giù il cappello per la superba interpretazione si Sarò Urzi, strepitoso per come riesce a rendere la disperazione del mas**** si**** (d’un tempo) ferito nell’orgoglio e nell’onore.